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Giorgio Celon Monocromo
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Biography
Giorgio Celon 1945 (Padova). Si traferisce a Milano dove giovanissimo è partecipe all’effervescente vita culturale milanese.
Nel 1965 si iscrive all’ Istituto Civico di Milano di “Arte e Disegno”, diplomandosi poi intorno negli anni 70 con il Prof. Mario Ronchi.

La sua prima ricerca di studio, usando molteplici materiali, il bitume, gli smalti e le terre, è indirizzato all’ uso di un singolo colore. La sua ricerca sul colore monocromatico
lo condurrà a scegliere come cifra espressiva, il monocromatismo del colore bianco.
abbinando la fotografia alla pittura su supporto di tela di lino non trattata. I suoi lavori sono il frutto di un acuto “sguardo fotografico”. Sulla tela di lino-non trattata-si materializzano edifici pubblici, fabbriche non più produttive…. E su tutto domina un silenzio enigmatico che in metafora e suggestione continua avvolge l’opera e forse la realtà. Silenzio che sentiamo ancora più assordante poiché i suoi luoghi, sono abitati da personaggi che non riusciamo a vedere, che devono arrivare, o che sono appena partiti.

Partecipa a mostre personali e a collettive, sia in ambito locale che nazionale, in prestigiose Gallerie d’Arte e in spazi espositivi pubblici.
Molti i riconoscimenti e i premi:1988 Museo Mystique La Valletta Malta, premio migliore artista italiano. 2004 Premiato dalla giuria Arte Italia, Cairo, Giorgio Mondadori. 2010 Premiato Speciale Biennale Arte Misia, Ancona. 2011 è presente alla Cinquantaquattresima Biennale di Venezia.

È Pubblicato su Juliet n.109, Juliet n. 127, Segno n.178, Titolo n.27

Collabora con Gallerie

Leo Galeries, Monza, Scoglio di Quarto, Milano, Marelia, Bergamo, Heart di Vimercate, MB

Della sua opera si sono occupati qualificati critici come: Simona Bartolena, Matteo Galbiati, Kevin McManus, Roberto Borghi, Angela Madesani, Giorgio Seveso, Stefania Bricola, Germano Campione, Carlo Castellaneta, Chiara Fiorani, Antonella Micheletti, Lorenzo Morandotti
Laura Tacagni.





Abstract
Dove può portare, un artista di oggi l’osservazione, l’assimilazione e la rappresentanza della realtà.
Da un’immagine fotografica rispondente ad un genere consolidato, come la veduta urbana. La tecnica pittorica con il mio tocco di pennello con cui elaboro e basata sull’uso esclusivo dell’acrilico bianco su tela di lino non trattata.
La mia ricerca tecnica va oltre, portando l’attenzione sul mezzo e sulle mie possibilità linguistiche. Il colore neutro costituisce la figura, mentre il colore bianco ha il compito di allontanare il fondo progressivamente, attraverso le mie diverse gradazioni tolgo ciò non è segno di colore attraverso il bianco agisce per sottrazione.
Così facendo rovescio la gerarchia più classica del medium pittorico quella tra la parte neutra vuota (fondo) e la traccia attiva (la figura).
Pur mantenendo il positivo dell’immagine, il rapporto tra la luce e ombra son invariati attuo un’inversione tra segno e non segno.
Che rapporto posso stabilire con le mie immagini, la loro rigorosa monocromia che non è mai acronomia. Al tempo stesso la ricostruzione ottica del processo esecutivo della superfice dell’opera.
Su tutto domina il silenzio enigmatico che in metafora e suggestione avvolge l’opera e forze la realtà.
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